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By L. Wittgenstein

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Alla fonte delle muse: Introduzione alla civiltà greca

Qual period il volto che i Greci davano alle Muse? Che cosa si intendeva in line with ispirazione poetica? Perché los angeles religione greca non aveva testi sacri? Che cos’era l. a. libertà according to l. a. democrazia antica? E soprattutto che senso ha, oggi, parlare ancora della civiltà greca? Nella maggior parte degli Atenei italiani l’insegnamento di Civiltà greca affianca ormai l. a. cattedra di Letteratura greca, con l’intento di rendere più accessibile un settore del sapere l. a. cui conoscenza, almeno nelle sue linee portanti, è ritenuta imprescindibile nella formazione di un operatore culturale.

Esportare la libertà: il mito che ha fallito

Da sempre i governi e gli stati coprono con altisonanti dichiarazioni i motivi spesso cinici che stanno alla base delle guerre da loro scatenate. Secondo Luciano Canfora, il proposito americano di esportare l. a. libertà in Iraq è solo l'ultimo esempio di questo oliatissimo meccanismo propagandistico. Sparta combatté los angeles guerra del Peloponneso sostenendo di voler liberare i Greci dall'oppressione ateniese; le guerre napoleoniche determinarono l. a. trasformazione della Francia rivoluzionaria in impero bonapartista; i conflitti regionali della Guerra Fredda (Vietnam, Medio Oriente, Afghanistan), furono sempre inseriti nel contesto di una lotta in step with l'affermazione della democrazia nel mondo.

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Finchè c’è vita, ogni singolo viva secondo una decisione sua, di essere quello che si è: ecco l’esistenza. Con l’Abbagnano pare che l’Esistenzialismo trascendentale abbia esaurito tutte le sue virtualità e sia stata detta l’ultima parola. Diamo un breve sguardo retrospettivo. L’Esistenzialismo, filosofia della crisi suscitata dalla negazione idealista del «singolo», è stato sospinto di crisi in crisi. Per Kierkegaard il «singolo» non si salva che rifugiandosi in Dio nell’atto di fede; l’essere decaduto è il Cristianesimo ufficiale che ha livellato ogni valore religioso; il problema fondamentale è quello di chiedersi: «Come si fa a diventare ancora cristiani»?

Pertanto l’esistenza davanti alla morte è come davanti al limite necessario del suo compimento possibile. Ricordandosi qui senza dubbio di Tristano ed Isotta, J. rileva il valore di liberazione che si può attaccare alla «morte di amore» (Liebestod), ma per ricordare subito che il compimento non esclude l’impotenza a sopportare il peso della vita, l’odio di sè, una certa confusione dell’angoscia e della voluttà. La morte non può avere profondità che a condizione di non essere un’evasione (con|danna del suicidio).

E non è possibile che mi tocchi morire. Sarebbe troppo orribile»13. Proprio così, l’uomo rifugge dal guardare in faccia il suo destino il quale tuttavia è inevitabile. Nella vita quotidiana la «possibilità di supplire» (Vertretbarkeit) è per tante cose un’evenienza ordinaria, un fatto di cronaca; ma essa non ha luogo per la «morte» la quale si costituisce per il carattere di essere «mia» (je - meinige) – essa è il «fenomeno» esistenziale per eccellenza, è il «debito» (Schuld) dell’esistente. La «Sorge» adunque,| quand’è approfondita, si rivela come un «essere per il niente» che è un essere per la morte»; ed è propriamente il compito dell’Angoscia di svelare la possibilità della morte e di elevare l’esistenza alla sua schietta autenticità che è la «verità»: la «verità dell’esistenza» è la «non - dissimulazione» della morte.

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