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By Fleur Jaeggy

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Alla fonte delle muse: Introduzione alla civiltà greca

Qual period il volto che i Greci davano alle Muse? Che cosa si intendeva according to ispirazione poetica? Perché l. a. religione greca non aveva testi sacri? Che cos’era los angeles libertà in keeping with los angeles democrazia antica? E soprattutto che senso ha, oggi, parlare ancora della civiltà greca? Nella maggior parte degli Atenei italiani l’insegnamento di Civiltà greca affianca ormai l. a. cattedra di Letteratura greca, con l’intento di rendere più accessibile un settore del sapere los angeles cui conoscenza, almeno nelle sue linee portanti, è ritenuta imprescindibile nella formazione di un operatore culturale.

Esportare la libertà: il mito che ha fallito

Da sempre i governi e gli stati coprono con altisonanti dichiarazioni i motivi spesso cinici che stanno alla base delle guerre da loro scatenate. Secondo Luciano Canfora, il proposito americano di esportare los angeles libertà in Iraq è solo l'ultimo esempio di questo oliatissimo meccanismo propagandistico. Sparta combatté los angeles guerra del Peloponneso sostenendo di voler liberare i Greci dall'oppressione ateniese; le guerre napoleoniche determinarono l. a. trasformazione della Francia rivoluzionaria in impero bonapartista; i conflitti regionali della Guerra Fredda (Vietnam, Medio Oriente, Afghanistan), furono sempre inseriti nel contesto di una lotta in keeping with l'affermazione della democrazia nel mondo.

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Sapevo che suo padre era un banchiere di Ginevra. Una famiglia protestante. (Anche la mia. Non quella del Brasile). Nulla di sua madre. Non vennero mai a trovarla. Sembrava che Frédérique avesse un segreto. Non ho indagato. ». Dal Brasile arrivavano altri ordini, altre missive: si auspicava che la studentessa X. trovasse finalmente delle amiche. Cresceva troppo sola e selvaggia. Questo mi comunicò la direttrice, signora Hofstetter, come fosse la tenutaria di un’agenzia di collocamento per anime solitarie.

Finito lo spettacolo, mi trovavo dietro le quinte a salutare l’attore. Stava facendo la sua valigia, o meglio il suo fagotto. Piegava le sue vesti esattamente come facevamo noi negli armadi. Con lo stesso rigore e una sorta di sottomissione alle stoffe. Se avessi accettato di proteggere la ragazzina che mi aveva scritto il biglietto lasciandolo nella mia casella, l’ordine l’avrebbe fatto lei. Avrebbe considerato un onore piegare i miei pullover. Eravamo feticiste. Se avessi regalato un fiore a Marion, così si chiamava la piccola, l’avrebbe fatto seccare in un libro, doveva durare in eterno.

Certamente», voleva dire, ma anche: «liberamente»). Š Š Š Mater Hermenegild, si chiamava. Era lieta, giocava con noi. Mater nel cortile alzava le braccia con gioia e forza nel prendere il pallone e sapeva correre. Potevamo fare quel che ci pareva, nell’isola. Mai però uscire sole. Stare sempre insieme. Se possibile a due a due. In numero pari. L’asociale veniva fiutata subito dalle compagne. Quando pioveva, si stava tutte in una stanza. Si ascoltava la radio. Alcune leggevano. Un Krimi Roman.

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