By AA. VV. -
Roma, L'Espresso, 2010, eightvo brossura editoriale con copertina illustrata a colori, pp. 112
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Alla fonte delle muse: Introduzione alla civiltà greca
Qual period il volto che i Greci davano alle Muse? Che cosa si intendeva in step with ispirazione poetica? Perché los angeles religione greca non aveva testi sacri? Che cos’era l. a. libertà according to los angeles democrazia antica? E soprattutto che senso ha, oggi, parlare ancora della civiltà greca? Nella maggior parte degli Atenei italiani l’insegnamento di Civiltà greca affianca ormai los angeles cattedra di Letteratura greca, con l’intento di rendere più accessibile un settore del sapere l. a. cui conoscenza, almeno nelle sue linee portanti, è ritenuta imprescindibile nella formazione di un operatore culturale.
Esportare la libertà: il mito che ha fallito
Da sempre i governi e gli stati coprono con altisonanti dichiarazioni i motivi spesso cinici che stanno alla base delle guerre da loro scatenate. Secondo Luciano Canfora, il proposito americano di esportare los angeles libertà in Iraq è solo l'ultimo esempio di questo oliatissimo meccanismo propagandistico. Sparta combatté l. a. guerra del Peloponneso sostenendo di voler liberare i Greci dall'oppressione ateniese; le guerre napoleoniche determinarono l. a. trasformazione della Francia rivoluzionaria in impero bonapartista; i conflitti regionali della Guerra Fredda (Vietnam, Medio Oriente, Afghanistan), furono sempre inseriti nel contesto di una lotta according to l'affermazione della democrazia nel mondo.
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E tutti i suoi studenti, pur se eseguivano la stessa composizione, avevano modi estremamente diversi di interpretare e suonare. Ho continuato da insegnante ad adottare lo stesso metodo con i miei studenti, applicando questo concetto alla pratica dello studio delle partiture, i nostri «testi sacri». Non avrei rinunciato all’esempio pratico sullo strumento, ma chiedevo ai giovani interpreti di leggere a fondo i testi scritti, ricominciando da zero, non solo per scoprire quello che c’è, e che è esplicitamente enunciato, ma anche quello che non c’è, e che proprio l’interpretazione deve disvelare.
A differenza dell’interpretazione, finalizzata a scavare, ad andare in profondità. Potremmo dire che si tratta di due forze: una forza centrifuga esplosiva e dilagante di cui si carica un’esibizione, contro una forza centripeta propria dell’interpretazione. Storicamente il virtuosismo si può definire quasi una forma primitiva di interpretazione, e nasce quando, nell’era tardorinascimentale e barocca, erano richieste ai musicisti ottime abilità nell’improvvisazione, nella pratica della variazione e nell’invenzione di abbellimenti delle strutture musicali.
Se non appartengono al mondo dei puri simboli formali, ma si formano in rapporto ad atti e fatti, di questi portano una traccia. Socrate, nel Cratilo, ci ha lasciato una discussione affascinante sull’argomento e ha ammonito di non abusare delle parole, quasi che esse siano solo il prodotto di nostre arbitrarie convenzioni. Ma, per ciò che riguarda le parole composte, o di secondo grado, si può certamente dire ch’esse sono il prodotto della volontà di un «nomenclatore»: non nascono dalle cose, ma dal desiderio di mettere più cose in rapporto, per produrre un nuovo significato.