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By Carlo Sini

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Alla fonte delle muse: Introduzione alla civiltà greca

Qual period il volto che i Greci davano alle Muse? Che cosa si intendeva in line with ispirazione poetica? Perché los angeles religione greca non aveva testi sacri? Che cos’era l. a. libertà in step with l. a. democrazia antica? E soprattutto che senso ha, oggi, parlare ancora della civiltà greca? Nella maggior parte degli Atenei italiani l’insegnamento di Civiltà greca affianca ormai l. a. cattedra di Letteratura greca, con l’intento di rendere più accessibile un settore del sapere los angeles cui conoscenza, almeno nelle sue linee portanti, è ritenuta imprescindibile nella formazione di un operatore culturale.

Esportare la libertà: il mito che ha fallito

Da sempre i governi e gli stati coprono con altisonanti dichiarazioni i motivi spesso cinici che stanno alla base delle guerre da loro scatenate. Secondo Luciano Canfora, il proposito americano di esportare l. a. libertà in Iraq è solo l'ultimo esempio di questo oliatissimo meccanismo propagandistico. Sparta combatté los angeles guerra del Peloponneso sostenendo di voler liberare i Greci dall'oppressione ateniese; le guerre napoleoniche determinarono los angeles trasformazione della Francia rivoluzionaria in impero bonapartista; i conflitti regionali della Guerra Fredda (Vietnam, Medio Oriente, Afghanistan), furono sempre inseriti nel contesto di una lotta in line with l'affermazione della democrazia nel mondo.

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Fosse mai che per via di un’assenza troppo lunga trovasse cambiata la serratura di Palazzo Chigi. Ecco, se si dovesse indicare il più emblematico degli episodi per raccontare la fuga d’un Paese intero dalla realtà durante questi primi cento giorni (ma non solo), il viaggio-lampo di Letta ai funerali di Mandela si presta come nessun altro. In quel luogo convergevano tutti i leader mondiali, per essere sulla scena di un evento unico e respirare un’atmosfera irripetibile. E il tenero Enrico cosa fa?

E da lunedì 9 si verifica un’invasione degli ultracorpi renziani che determina la formazione della segreteria più insipida di sempre. Così avviene anche per altre casematte del partito, ma di questo si parlerà fra poco. Per il momento ci si sofferma sul destino delle minoranze uscite sconfitte. Alle quali tocca scegliere una linea di comportamento rispetto alla nuova leadership di partito e al governo del tenero Enrico. Innanzitutto c’è la fazione capitanata dal candidato sconfitto Gianni Cuperlo.

Cuperlo inizialmente recalcitra, ma i suoi fanno pressing affinché accetti. In prima linea a fare da persuasori si schierano Matteo Orfini e Stefano Fassina. E questo dato sarebbe sufficiente per far capire a Cuperlo che mille volte meglio sarebbe rimanere fermo sull’intenzione di non accettare. E invece lo sciagurato, infine, accetta. Scoprirà d’aver sbagliato di lì a un mese. E poi c’è l’altra minoranza, quella che fa capo a Pippo Civati. Il Mister Niet da banco degli aperitivi, il leader dell’opposizione barzotta a cui fa schifo tutto di quel partito ma che ad agire di conseguenza e andarsene non ci pensa proprio.

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