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By Romano Benini

Quali sono le ragioni dello storico ritardo italiano in tema di lavoro? Perché il nostro tasso di occupazione resta tra i più bassi d’Europa? Il nuovo libro di Romano Benini e Maurizio Sorcioni, due tra i più autorevoli esperti di mercato del lavoro in Italia, risponde a questi interrogativi, giungendo alla conclusione che lo sviluppo umano è il fattore fondamentale che crea le condizioni in line with lo sviluppo economico e che le difficoltà occupazionali italiane dipendono da mancati investimenti e da politiche sbagliate proprio in story direzione. Il confronto con il landscape europeo, in particolare l’analisi del modello tedesco, è l. a. chiave consistent with chiarire le criticità del nostro paese. Con los angeles crisi, los angeles Germania ha puntato decisamente sui servizi according to il lavoro: un investimento puntuale ed efficace, che ha determinato risultati economici che l. a. stessa Germania non aveva mai conosciuto. Negli stessi anni l’Italia ha invece investito poco e male sulla connessione tra i fattori che creano lavoro: competitività, produttività e sviluppo umano; a fare da freno non è solo los angeles politica, ma sono anche i condizionamenti di dottrine economiche e sindacali sbagliate, oltre che un eccesso di regionalismo che ha danneggiato l. a. nostra economia. Il quantity propone inoltre un’analisi delle recenti riforme del governo Renzi in materia di lavoro, tentando di capire cosa va nella direzione del cambiamento e cosa ancora manca in line with riuscire a invertire los angeles rotta. los angeles partita si gioca tutta sul terreno delle competenze e di un ambiente in grado di promuovere il fattore umano, una sfida in line with il nostro paese ancora in buona parte da vincere.

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Un’analisi comparata delle politiche, delle scelte e degli investimenti consente di distinguere cosa ha funzionato e ancora funziona da cosa non ha funzionato e non funziona, di stabilire quali sono gli interventi virtuosi ed efficaci e soprattutto qual è la ragione di fondo che li rende tali. Dobbiamo provare a capire qual è il fattore comune di tutti i fattori della competitività; qual è l’origine della forza di un sistema economico e sociale: gli elementi che consentono a un sistema di reagire alle difficoltà.

Sia le principali istituzioni politiche, come la Commissione europea, sia quelle economiche, come il World Economic Forum, concordano sul fatto che per misurare la capacità di competere è necessario valutare, all’interno di un sistema, i seguenti aspetti: 1) capacità di governo (efficienza delle decisioni e trasparenza); 2) stabilità economica (debito e deficit); 3) infrastrutture (trasporti e servizi alle imprese); 4) salute (condizioni di vita e qualità dei servizi sanitari); 5) educazione di base; 6) alta formazione, apprendimento in azienda e formazione continua; 7) efficienza del mercato del lavoro1; 8) reddito disponibile sul mercato; 9) adeguamento tecnologico; 10) qualità del mercato (servizi finanziari e occupazione nel terziario avanzato); 11) innovazione.

Nel 2015, dopo più di dieci anni dall’avvio della Strategia, l’Italia è precipitata al ventiseiesimo posto di questa classifica, mentre la Germania ha migliorato la propria posizione raggiungendo il sesto posto. Il miglioramento delle condizioni economiche e del lavoro ha quindi coinciso per la Germania con un forte miglioramento dei fattori dello sviluppo umano. I dati sull’andamento del mercato del lavoro negli ultimi anni e le analisi svolte mostrano come il problema del lavoro in Italia non riguardi solo l’andamento dell’economia, ma dipenda quindi soprattutto dalle difficoltà del suo modello di sviluppo, poco basato sulla promozione del fattore umano.

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